Cos’è n8n
n8n è una piattaforma di automazione e orchestrazione dei dati che consente di collegare applicazioni e servizi diversi in flussi di lavoro visuali. Combina la semplicità di un’interfaccia drag-and-drop con la possibilità di inserire codice personalizzato nei punti in cui serve maggiore flessibilità.
È open source con licenza fair-code: puoi usarlo in cloud con abbonamento o installarlo in self-hosting, mantenendo il controllo totale sui dati.
Quale problema risolve
n8n nasce per risolvere la frammentazione tra app e database. Permette di automatizzare processi complessi – dalla sincronizzazione di CRM e email marketing, fino all’integrazione di API di modelli AI – senza dover sviluppare da zero micro-servizi o script.
In pratica riduce i tempi di sviluppo, evita errori manuali e rende scalabili attività come ETL leggeri, notifiche, data enrichment e routing di richieste AI.
Caratteristiche principali
- Automazione visuale: editor a nodi con condizionali, loop, webhook, cron e retry.
- Low-code potente: possibilità di inserire JavaScript nei Function Node per trasformazioni avanzate.
- Self-hosting e cloud: scegli se gestire tu l’infrastruttura (Docker, Kubernetes) o usare l’abbonamento SaaS.
- Oltre 350 integrazioni native: Slack, Notion, Google Sheets, GitHub, OpenAI, Hugging Face, DB SQL/NoSQL e molto altro.
- Controllo dei dati: utile per aziende con requisiti di compliance e privacy.
- Workflow esportabili in JSON: facilita versionamento e CICD.
- Estensibilità API-first: puoi creare nodi custom o usare l’HTTP Request per servizi non inclusi.
Da chi viene usato
n8n è usato da team tecnici, data engineer, startup AI, dipartimenti marketing e customer care che hanno bisogno di collegare più sistemi senza scrivere tutto da zero.
Nel settore AI viene scelto per pipeline di prompt-chaining, data preprocessing e automazioni su modelli generativi.
È adottato anche da PMI e agenzie digitali per orchestrare processi tra CRM, database e tool di analytics.
Supporto lingua italiana
L’interfaccia di n8n è attualmente in inglese, ma l’editor è intuitivo e non richiede particolari conoscenze linguistiche. La documentazione ufficiale e la community sono in inglese, ma esistono guide e tutorial non ufficiali in italiano.
I workflow possono elaborare testi in italiano senza limitazioni, inclusi i prompt per modelli AI.
Costi
n8n offre due modalità principali:
- Self-hosting: gratuito per uso individuale o aziendale, nel rispetto della licenza fair-code. Occorre disporre di un server (anche Docker su VPS) e occuparsi di manutenzione e backup.
- Cloud: piani a consumo a partire da circa $20/mese con limiti di esecuzioni, storage e priorità di supporto. I piani avanzati salgono in base al numero di workflow, esecuzioni mensili e SLA.
Rispetto a Zapier o Make, n8n è più conveniente se prevedi alto volume di task o necessiti controllo on-premise.
Installazione
In self-hosting l’opzione più semplice è via Docker Compose, che crea il container con database persistente. È possibile configurarlo anche su server cloud (AWS, Azure, GCP) o on-premise.
La versione cloud non richiede installazione: basta registrarsi con email sul sito ufficiale, creare un account e iniziare a costruire workflow dal browser.
FAQ
n8n è no-code o richiede codice?
È no-code di base con editor a nodi, ma diventa low-code quando serve: puoi inserire JavaScript nei Function Node per trasformazioni mirate. Questo approccio ibrido evita micro-servizi ad hoc nelle pipeline più complesse.
in cosa differisce da zapier o make?
Zapier e Make sono rapidissimi per automazioni lineari con connettori preconfezionati. n8n rende più semplice branching complesso, loop, retry, controllo degli errori e integrazioni API personalizzate, oltre al self-hosting per chi ha vincoli di governance.
è adatto a dati sensibili e requisiti gdpr?
Sì, soprattutto in self-hosting, dove definisci il perimetro dei dati e dei log. La scelta dell’infrastruttura e delle policy resta a carico tuo: imposta crittografia, backup, controllo accessi e una retention dei log coerente con il GDPR.
come gestisce credenziali e segreti?
Le credenziali sono archiviate in modo sicuro e cifrate lato server mediante una chiave applicativa. In ambienti regolati è buona pratica esternalizzare i segreti con variabili d’ambiente o un secrets manager e ruotare periodicamente le chiavi.
si integra con i modelli ai?
Sì. Puoi usare nodi nativi o l’HTTP Request per chiamare LLM e servizi di embedding, moderazione, OCR e vettori semantici. Tipico flusso: ingest, pulizia, chiamata al modello, scrittura su DB o knowledge base e notifica. Per un quadro d’uso responsabile dei modelli, vedi la nostra guida interna <a href=”/guide/uso-responsabile-modelli”>qui</a> e la scheda sui foundation model video <a href=”/schede/google-veo-3″>qui</a>.
scala su carichi elevati?
Sì. In self-hosting puoi passare da setup singolo a modalità con coda e più worker, usare PostgreSQL per persistenza e Redis per la coda, impostare limiti di concorrenza e policy di retry. Il monitoraggio dei tempi di esecuzione aiuta a prevenire colli di bottiglia.
come si versionano i workflow?
Ogni workflow è esportabile in JSON. Molti team adottano Git per versionare esportazioni e variabili di ambiente. Nei contesti più strutturati conviene separare dev, staging e prod tramite file di env e naming coerente dei workflow.
quali sono i limiti più comuni?
Con workflow molto ampi l’editor può diventare affollato. Servono convenzioni di naming, commenti e tagging. Alcune integrazioni di nicchia richiedono l’HTTP Request o nodi custom. In self-hosting prendi in carico aggiornamenti, backup e sicurezza.
posso combinare trigger diversi?
Sì. Cron, Webhook, Polling API e trigger su eventi possono coesistere. È frequente usare un webhook per l’ingest e un cron per attività batch o riconciliazioni periodiche.
cosa prevede la licenza fair-code?
Il codice è sorgente leggibile e utilizzabile in azienda, con alcune restrizioni sull’offerta del prodotto come servizio concorrente. Per uso interno e progetti commerciali che non replicano l’offerta del vendor, lo self-hosting è una strada comune.
qual è il database consigliato in produzione?
Per prototipi va bene l’impostazione di default. In produzione si preferisce PostgreSQL per affidabilità, concorrenza e backup consistenti.
quanto costa davvero?
Self-hosting: software senza canone, ma con costi di server, storage e manutenzione.
Cloud: canoni variabili in base a esecuzioni, storage e SLA. Se hai molti task o vincoli di controllo dati, lo self-hostingtende a essere più conveniente nel medio periodo.
