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Sora 2, AI-video e un social senza persone

Con Sora 2, OpenAI punta a primeggiare con i video generativi: maggiore realismo fisico (gravità, luci, ombre e interazioni naturali), audio sincronizzato con le scene e controllo narrativo più preciso tramite prompt testuali e immagini di riferimento. Il nuovo modello permette clip dall’aspetto cinematografico e introduce un livello di “steerability” che consente di influenzare lo stile visivo e il tono emotivo, un passo in avanti rispetto al primo Sora.

Video generati con OpenAI Sora 2

L’app-social in stile tiktok

Accanto al modello arriva Sora App, un social network dedicato esclusivamente ai video generati da IA. L’utente scrive un prompt, ottiene un video, può remixare i contenuti altrui, interagire con reaction e commenti. Niente upload di video “reali”: il feed è composto al 100% da creazioni dell’algoritmo.
Una funzione di punta, chiamata Cameo, consente di inserire il proprio volto o avatar nei video, previa autorizzazione e verifica, aprendo a nuove forme di storytelling ma anche a interrogativi etici.

Disponibilità in Italia

Al momento l’app è disponibile solo su invito per iOS negli Stati Uniti e in Canada. La versione Android non è ancora annunciata. In Europa – Italia inclusa – l’app non è scaricabile, ma alcuni utenti con abbonamento ChatGPT Plus/Pro possono accedere a Sora 2 via web.
Il rollout europeo è rallentato dalle normative su privacy e IA: in Italia il Garante per la privacy ha aperto un’indagine preliminare sul trattamento dei dati legati a Sora.

Sora 2, le anteprima nella pagina ufficiale dell’annuncio

Watermark e guardrail

OpenAI ha introdotto watermark visibili e metadati C2PA per rendere tracciabile l’origine AI dei video. Sono attivi filtri contro deepfake di figure pubbliche, contenuti espliciti o violenti. Tuttavia, diversi osservatori – da The Guardian a Vox – hanno segnalato i primi esempi di clip controverse, alimentando il dibattito sull’efficacia di questi sistemi di sicurezza.

Copyright e critiche

Il lancio ha riacceso lo scontro sul diritto d’autore: l’azienda aveva inizialmente optato per un sistema “opt-out” (gli artisti devono chiedere di essere esclusi dai dataset), poi parzialmente rivisto dopo le pressioni di editori e autori.
C’è chi definisce Sora 2 una “macchina di deepfake a scorrimento infinito”, temendo l’impatto culturale di un feed dominato da scenari fittizi, ma questo è un problema di tutti gli strumenti di questo tipo.

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Un social senza esseri umani può funzionare?

La domanda cruciale è se un social network nato per sostituire i video umani con video sintetici possa davvero generare lo stesso senso di comunità.
I social tradizionali funzionano perché le persone raccontano sé stesse, cercano appartenenza e riconoscimento. Se il feed diventa un flusso di immagini artificiali – per quanto spettacolari – l’empatia rischia di ridursi a zero. Senza storie autentiche, un social rischia di diventare una galleria di clip estetiche, più simile a un generatore di meme che a una piazza digitale.
Potrebbe nascere un nuovo genere di intrattenimento – un “TikTok dei mondi possibili” – ma resta da vedere se gli utenti torneranno giorno dopo giorno senza l’elemento umano a tenere viva la conversazione.