INTELLIGENZE ARTIFICIALI

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Creare app con l’AI, diventerà la norma?

Negli ultimi anni, lo sviluppo software ha subito un’accelerazione straordinaria grazie agli strumenti di codifica basati sull’intelligenza artificiale. Oggi, anziché cercare un’applicazione che soddisfi un bisogno specifico tra le migliaia disponibili sugli store digitali, è sempre più realistico pensare di creare app con l’AI su misura, anche senza essere sviluppatori professionisti.

Un recente articolo di Eric Snowden, SVP e Head of Design di Adobe racconta la sua esperienza con strumenti come Replit e Google AI Studio, che gli hanno permesso di sviluppare un’app per la gestione della propria collezione di arte a fumetti in pochi giorni. Questo processo, un tempo impensabile senza una conoscenza approfondita della programmazione, oggi diventa accessibile a chiunque abbia una visione chiara di ciò che vuole creare.

L’evoluzione dello sviluppo software con l’AI

Strumenti come Replit consentono di descrivere un’app in linguaggio naturale, lasciando che l’agente AI generi il codice necessario. Anche se l’automazione non è perfetta e richiede ancora un certo grado di intervento umano, siamo di fronte a una trasformazione radicale: lo sviluppo software non è più solo appannaggio degli specialisti, ma si sta aprendo a un pubblico più ampio.

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Replit produce app a partire da comandi in linguaggio naturale

Questo fenomeno potrebbe cambiare radicalmente il nostro rapporto con il software. Se fino ad oggi abbiamo navigato tra applicazioni preconfezionate, adattandoci ai loro limiti, in futuro potremmo creare soluzioni su misura con pochi prompt, proprio come personalizziamo un sito web con un builder visuale o un documento con un editor di testo avanzato.

Limiti attuali e il futuro dello sviluppo assistito dall’AI

Nonostante le potenzialità, creare app con l’AI non è ancora un processo perfetto. Snowden evidenzia alcune sfide chiave:

  • La necessità di una conoscenza di base su tecnologie come Git, Node.js e processi di distribuzione su App Store.
  • L’impossibilità dell’AI di risolvere tutti i bug autonomamente, richiedendo ancora un intervento umano per debug e test.
  • La difficoltà nel tradurre idee vaghe in specifiche tecniche chiare: chi utilizza questi strumenti deve comunque sapere come descrivere il problema e il risultato desiderato.

Se questi ostacoli saranno superati, potremmo assistere a una rivoluzione simile a quella che ha reso il web design accessibile a tutti grazie a piattaforme come WordPress e Webflow. Nel giro di pochi anni, creare un’app personalizzata potrebbe diventare tanto comune quanto aprire un blog o progettare un e-commerce.

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Stiamo andando verso una nuova normalità?

La domanda sorge spontanea: la creazione di software personalizzato diventerà la norma? Molti segnali suggeriscono che ci stiamo muovendo in questa direzione. Se oggi gli strumenti AI sono ancora imperfetti e richiedono supervisione umana, il progresso tecnologico potrebbe portarci rapidamente verso un futuro in cui ognuno di noi potrà creare app per i propri bisogni, senza scrivere una riga di codice.