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Gli AI agent mettono in crisi le SaaS?

Gli AI agent stanno rapidamente passando da tecnologia sperimentale a nuova architettura del software aziendale. Questi sistemi, capaci di pianificare, ragionare e agire autonomamente, stanno mettendo in crisi il modello SaaS che per due decenni ha dominato il mercato.

Nei report di Bain & Company e Credera emergono scenari che vedono gli AI agent capaci di orchestrare flussi di lavoro senza intervento umano, minacciando la centralità delle app SaaS tradizionali. Persino Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha parlato di “collasso del SaaS” e teme che l’AI possa mettere a rischio la stessa Microsoft, come raccontato da Futurism.

Dal SaaS agli agenti: una rivoluzione silenziosa

Il Software as a Service ha permesso alle aziende di usare in cloud CRM, ERP, marketing automation e project management. Tuttavia, spiega Bain, queste app richiedono ancora che l’utente le coordini manualmente.

Gli AI agent, invece, orchestrano da soli i task: ricevono obiettivi in linguaggio naturale – per esempio “chiudi i conti del trimestre” – e li realizzano interagendo dietro le quinte con più applicazioni, decidendo quando e come agire. Il valore si sposta quindi dalle app all’orchestrazione: non più software come strumenti, ma agenti come operatori digitali autonomi.

I quattro scenari di Bain per il futuro del SaaS

Bain individua quattro scenari per l’impatto degli AI agent sul SaaS:
Enhancement – L’AI potenzia le app senza sostituirle.
Spending compression – Gli agenti esterni riducono la spesa per licenze SaaS.
Outshines – L’AI supera i SaaS nei processi ad alta automazione.
Cannibalization – L’AI rimpiazza del tutto il software tradizionale, cambiando i modelli di business.

Immagine dallo studio di Bain

Le aziende SaaS che non sapranno trasformarsi in piattaforme agentiche rischiano di cadere negli scenari più critici.

Credera: “SaaS e AI coesisteranno ancora”

Il report di Credera aggiunge una nota di realismo: molte app SaaS sono costruite su logiche CRUD (Create, Read, Update, Delete) stabili e non facilmente rimpiazzabili.

Gli AI agent devono ancora risolvere problemi di scalabilità, governance e trasparenza: nei settori regolamentati (sanità, finanza, PA) non sarà facile affidare decisioni a sistemi opachi. Credera prevede quindi una fase ibrida: gli agenti AI gestiranno i compiti più dinamici, mentre il SaaS tradizionale continuerà a reggere i processi standardizzati.

Nadella: “L’AI potrebbe distruggere Microsoft”

Secondo Futurism, Satya Nadella ha dichiarato ai dipendenti Microsoft di temere che la storia della Digital Equipment Corporation (DEC) – un gigante poi scomparso per non aver colto il cambiamento – possa ripetersi.

“Le categorie che abbiamo amato per 40 anni potrebbero non contare più.
Dobbiamo costruire ciò che è secolare, non restare legati al passato.”

Microsoft sta investendo 80 miliardi di dollari in data center AI, ma Nadella ammette che anche l’azienda di Redmond rischia di essere superata dagli stessi strumenti che sta sviluppando.

Il futuro per le imprese

L’ascesa degli AI agent SaaS apre enormi opportunità: automazione dei processi, costi ridotti, modelli di prezzo basati sui risultati.

Tuttavia, restano rischi importanti: dipendenza dai foundation model, perdita di controllo sui dati, problemi di compliance e sicurezza e necessità di formare il personale per collaborare con sistemi autonomi. Il fattore decisivo sarà la fiducia: le aziende dovranno garantire trasparenza e auditabilità delle decisioni prese dagli agenti.

SaaS non scompare, ma cambia pelle

Dalle analisi di Bain, Credera e dalle parole di Nadella emerge un quadro chiaro: il SaaS non sparirà, ma perderà centralità a favore degli agenti AI.

Le aziende SaaS che sapranno reinventarsi come orchestratori di AI, proteggendo i dati proprietari e partecipando agli standard semantici, potranno cavalcare l’onda. Chi resterà ancorato ai vecchi modelli rischia di ripetere la parabola della DEC.